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25 ottobre: Memoria del Beato Don Carlo Gnocchi, un esempio di vita per ogni alpino



Nel 1940 l'Italia entra in guerra e molti giovani vengono chiamati alle armi. Don Carlo Gnocchi, sacerdote milanese e assistente spirituale degli studenti universitari, non vuole abbandonare i suoi ragazzi e perciò, all’età di 38 anni, si arruola come cappellano volontario nel Battaglione Alpini Val Tagliamento, inviato sul fronte greco albanese. Rientrato dai Balcani, nel 1942 parte per il fronte russo con la divisione alpina Tridentina. Nikolajewka, la ritirata, il dramma dell’infinito cammino nella neve e nel ghiaccio, la sofferenza sua e dei suoi alpini che lo caricano su una slitta e lo portano “a baita”. Don Carlo assiste gli alpini feriti e morenti, raccoglie le loro ultime parole, le loro ultime volontà o benedice uno ad uno i loro corpi allineati sulla neve.

Appena rientrato in Italia, don Carlo inizia un vero e proprio pellegrinaggio attraverso le vallate alpine, alla ricerca dei familiari dei Caduti, casa per casa, portando conforto morale e materiale. Nello stesso tempo collabora alla Resistenza, soccorre e aiuta perseguitati politici e partigiani, rischiando la vita in prima persona fino ad essere arrestato dalle SS naziste, che lo rilasciano solo perché il Cardinale Schuster interviene in prima persona.

Proprio nelle sofferenze del fronte russo, don Gnocchi matura l'idea di realizzare una grande opera di carità che promuova l’assistenza e la riabilitazione dei bambini vittime di mutilazioni durante la guerra e che troverà compimento, dai primi centri di Arosio e di Cassano Magnago attraverso tutta l’Italia - proprio a Milano, dove, nel 1955 inizia la costruzione di un grande centro riabilitativo.

Non potrà inaugurare questa sua ultima opera perché il 28 febbraio del 1956, all’età di 54 anni, lascia orfani di sé i suoi alpini e i suoi mutilatini. I funerali vengono celebrati dal Cardinale Montini, oggi San Paolo VI. A sorreggere la bara ci sono gli alpini. Altri alpini portano sulle spalle i piccoli mutilatini in lacrime. Piazza del Duomo è gremita all’inverosimile di donne e uomini da tutta l’Italia. Durante il rito viene portato al microfono un bambino che esclama: "Prima ti dicevo: ciao don Carlo. Adesso ti dico: ciao, san Carlo".

L'ultimo straordinario gesto evangelico di don Gnocchi è la donazione delle sue cornee a due ragazzi non vedenti, quando in Italia il trapianto di organi non è  ancora disciplinato da apposite leggi. Il gesto di don Carlo e l'enorme impatto che il successo dei trapianti ha sull'opinione pubblica, imprime un'accelerazione decisiva e nel giro di poche settimane viene varata una legge sul tema.

Il 25 ottobre del 2009, esattamente dieci anni fa, sulla stessa piazza ove si tenne il suo funerale, don Carlo Gnocchi è proclamato Beato.